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PER MOTIVI DI GIUSTIZIA

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Un viaggio tra le storie di vita di lavoratori e lavoratrici che si ribellano alla schiavitù del lavoro e in particolare del padronato capitalista, delle agromafie e del caporalato. Storie di donne e uomini che esprimono e rappresentano un'Italia che non si arrende, nonostante il razzismo, il lavoro forzato, la schiavitù, le mafie e una profonda e strumentale indifferenza che è propedeutica a questo sistema. Storie come quella di Balbir Singh, che lavora per sei anni in un'azienda agricola dell'Agro Pontino alle dipendenze di un padrone italiano che lo considera un animale senza diritti. Eppure Balbir si ribella, lo denuncia e si costituisce parte civile nel relativo processo nonostante sappia di aver "infastidito" la 'ndrangheta. Seguono le vicende di molti altri braccianti, uomini e donne, migranti e italiani, ribelli per scelta alla schiavitù dei padroni e dei padrini d'Italia. Storie di lavoratori, come abbiamo smesso di raccontarle.

 

Marco Omizzolo - Sociologo Eurispes e presidente di Tempi Moderni. Si occupa di mafie, di tratta internazionale e di caporalato. Ha lavorato come bracciante infiltrato in diverse aziende agricole dell’Agro Pontino, reclutato da caporali indiani, per studiare il grave sfruttamento dei migranti in agricoltura. Ha continuato i suoi studi in India seguendo un trafficante di esseri umani per indagare il sistema di tratta internazionale. È stato animatore a Latina il 18 aprile 2016 dello sciopero di oltre quattromila braccianti indiani contro caporali e padroni e dell’occupazione di varie aziende agricole locali. Lo sciopero è stato replicato il 21 ottobre del 2019. Nel 2019 è stato nomimato, dal Presidente Mattarella, Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro il caporalato e lo sfruttamento.

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