OSSIGENO NUMERO 22
[numero in pre-ordine, spedito da gennaio 2026]
Cattivissimi noi
Idolatriamo i ricchi, ci stanno antipatici gli ambientalisti, gli esperti, le auto elettriche, i pacifisti e i vegani. Come è cambiato il modo di pensare, senza che ce ne accorgessimo
Questa volta parliamo di immaginario: di come, cioè, senza che ce ne accorgessimo, è cambiata la nostra percezione riguardo molte questioni che dovrebbero starci a cuore, insomma di come siamo diventati più cattivi, più cinici, e in definitiva un po’ stronzi.
Razionalmente, per esempio, sappiamo bene di vivere su un pianeta minacciato dall’emergenza ambientale, ce lo ricordano ogni anno le alluvioni e le ondate di caldo africano: eppure, ammettiamolo, gli ambientalisti sono additati dall’opinione pubblica come categoria detestabile, come ci racconta Giuseppe Civati, per non parlare delle auto elettriche, a cui dedichiamo un approfondimento sul filo del paradosso. Gli esperti ci suscitano diffidenza, in mancanza degli intellettuali che, come sappiamo e come ci racconta Laura Campiglio, non esistono più. I genitori se la prendono con gli insegnanti, mentre la scuola viene impoverita e attaccata dalle destre fondamentaliste che impongono la loro visione e bannano i libri (ne scrive Silvia Cavanna), mentre riscrivono la storia e cambiano il significato delle parole, come racconta Stefano Catone. Davide Serafin snocciola le cifre di un servizio sanitario nazionale che ci fa arrabbiare con le sue lunghe liste d’attesa, spingendoci verso i centri a pagamento: e va bene così, tassati due volte e felici, almeno per chi se lo può permettere. Anche il pacifismo, in una stagione che vede il ritorno delle spese militari e della retorica bellicista, ci insospettisce, e ce lo conferma l’intervista con Roberto Vicaretti. Ma nessuno, nessuno risulta più odioso dei vegani, e con tutto quel che sappiamo sul consumo eccessivo di carne e sugli allevamenti intensivi, assistiamo a una specie di rivincita della “ciccia”, su cui ha indagato per noi Anna Dalton. In compenso, si idolatrano i ricchi, che i poveri difendono dal pericolo di tasse patrimoniali e di successione (non sia mai!), e del resto la soluzione non può venire di certo dalla politica, la più invisa di tutte, come dimostrano le cifre dell’ormai abissale astensione: a meno che, ci dice Franz Foti, non assuma le fattezze di Donald Trump, il cinico per eccellenza, colui che ha trasformato l’America nel grande cattivo dei film. A cambiare in meglio almeno in parte, solo la percezione dell’occupazione palestinese, di cui la società civile sembra aver preso coscienza, come spiega Raffaele Oriani, anche se spesso il sistema mediatico persiste nel far finta di niente. La sintesi definitiva arriva da Tommaso Faoro, che propone un tutorial per diventare intolleranti, e restare così al passo coi tempi.
Completano il numero le nostre consuete rubriche: il Tartaspiegone di Stefano Tartarotti, il cruciverba sui temi del numero, un estratto da Miracoli di Serena D’Angelo, “Vita e talenti di Edward Bernays”, leggendario maestro della propaganda che di immaginario se ne intendeva, e uno da Gaza - Attraverso lo schermo di Mazen Kerbaj vera e propria guida a fumetti sulla questione israelo-palestinese.
Infine, le illustrazioni e la cattivissima copertina sono di Vittoria Carta Mantiglia, per la prima volta sulle nostre pagine.















